La sostenibilità è un percorso: è necessario ragionare in modo predittivo, darsi degli obiettivi misurabili e delle tempistiche.
Quello dell’agricoltura è uno dei comparti più impattanti sull’ecosistema, con l’Agenzia Europea dell’Ambiente che lo stima responsabile del 10% di emissioni di gas serra a livello europeo. Se a questo si aggiunge, allo stesso tempo, la crescita della popolazione e la necessità di soddisfare una domanda di cibo in costante aumento, i cambiamenti climatici, nonché la perdita della fertilità dei terreni, è evidente che il settore agricolo si trova ad affrontare una sfida di scala globale senza precedenti.
In questo scenario, dunque, quello della sostenibilità diventa un tema chiave e strategico per poter raggiungere gli obiettivi ambientali, economici e sociali posti dall’Agenda 2030. Per attuare una vera transizione ecologica del settore, tuttavia, è necessario adottare un approccio che applichi la sostenibilità non come concetto astratto, ma come una serie di azioni concrete, tenendo a mente che la sostenibilità è un percorso: è necessario ragionare in modo predittivo, darsi degli obiettivi misurabili e delle tempistiche. Inoltre, è fondamentale comprendere in che cosa consiste la sostenibilità e partire da dati reali e affidabili, facendosi supportare dalla tecnologia nella gestione e nel monitoraggio di questi dati, in modo tale da poterli misurare.
Ad esempio, attraverso l’implementazione di soluzioni come la digitalizzazione della filiera produttiva, primo passo per adottare pratiche sostenibili in ambito agricolo e nell’industria agroalimentare, arrivando quindi ad ottenere una chiara mappatura dei processi e delle pratiche che si realizzano.
Un’agricoltura sostenibile, attenta alla gestione delle performance emissive, si basa su una serie di misure fondamentali per intraprendere con decisione la strada della transizione ecologica, grazie all’attenzione per il rispetto e la conservazione delle risorse ambientali. Una scelta sostenibile deriva innanzitutto da una combinazione di aspetti, meccanismi, condizioni e buone pratiche che garantiscono la tutela dell’ambiente anche per le generazioni future. È necessario quindi partire dalla valutazione di vari fattori diversi tra loro e farli convergere in un processo decisionale che sia basato su dati reali e misurati e che porti ad un utilizzo consapevole e mirato delle risorse.
Quando si parla di sostenibilità applicata al settore agricolo, è importante prendere in considerazione, e tenere sotto controllo, tre fattori ed indici fondamentali: il carbon footprint, il carbon stock e il water footprint.
Il carbon footprint consiste nel calcolo delle emissioni di CO2 e si basa sui principali fattori di emissione legati all’attività agricola in campo, ovvero:
Attività in campo, come ad esempio l'utilizzo dei mezzi tecnici come trattori, eccetera
Consumo energia elettrica
Attività inerenti al processo produttivo e trasporto di attrezzature e macchinari agricoli
Il carbon stock (stoccaggio di carbonio) è una delle pratiche di mitigazione che consiste proprio nella capacità di immagazzinare carbonio nel suolo e nelle foreste: aumentabile perfezionando le pratiche di gestione. Gli agroecosistemi possono rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera e possono stoccare il carbonio. In particolare, l’anidride carbonica viene rimossa dalle colture tramite la fotosintesi e accumulata poi come carbonio nella biomassa vegetale e nel suolo. La capacità dei terreni agricoli di accumulare e stoccare il carbonio dipende da diversi fattori, tra cui il clima, il tipo di suolo e di copertura vegetale, e le pratiche di gestione agronomica.
L’impronta idrica, o water footprint, è il volume di acqua consumata per uso diretto o indiretto, misurata in termini di acqua consumata per uso diretto o indiretto (anche per evaporazione) e inquinata, un valore cioè di quanto una singola azione quotidiana o un intero settore produttivo sia eco-efficiente. Il valore è dato da tre componenti:
Volume di acqua evapotraspirata dal suolo durante un ciclo produttivo.
Quantità di acqua utilizzata durante la fase di irrigazione della coltura.
Volume di acqua inquinata durante il processo produttivo, calcolata come il volume di acqua necessaria a diluire gli agenti inquinanti fino a tornare allo standard qualitativo iniziale.
L’agricoltura si trova davanti a una sfida imponente. Per affrontarla e raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dall’Agenda 2030 – tra cui, ricordiamo, quello di sconfiggere la fame e di contrastare i cambiamenti climatici – è indispensabile adottare il principio della sostenibilità, applicando soluzioni concrete, basate sullo studio di dati reali, e misurabili. L’innovazione, attraverso le sue novità in campo di agricoltura di precisione e analisi di scenari in tempo reale, è un alleato in prima linea per compiere la necessaria transizione ecologica del comparto, non più rinviabile.